L’odio online è sempre più frequente. Insulti, minacce di stupro, minacce di morte sono all’ordine del giorno per molti personaggi del web, famosi o non.
Lo schermo dei nostri smartphone se da un lato ci incoraggia a esprimerci senza timori, dall’altro ci offre anche la pericolosa illusione di entrare in un ambiente protetto dalle conseguenze che le nostre parole possono avere sugli altri. Scrivere un commento online è un’attività che comporta un basso coinvolgimento di energie cognitive ed emotive: si agisce d’istinto e, spesso, con leggerezza, scrivendo “di pancia”. Questo accade soprattutto quando ci si rivolge a persone che riteniamo essere “abituate” a trovarsi costantemente sotto i riflettori, come personaggi famosi, politici, artisti e professionisti.
La verità è che, sui social come di persona, non ci si abitua mai a tutte le diverse forme di violenza e, quindi, gli insulti e le minacce da parte di sconosciuti possono causare profondo disagio. Insultare sui social è un atto violento e costituisce un reato: le parole degli haters, anche quando scritte con leggerezza, ricadono pesanti nella psiche di chi le legge.

Per contrastare questo fenomeno, l’avvocata Cathy La Torre dello studio legale Wildside e la filosofa Maura Gancitano di Tlon hanno lanciato la campagna #OdiareTiCosta con l’obiettivo di colpire direttamente chi incita all’odio online e offrire assistenza legale alle persone vittime di offese via social.
I dati diffusi con la Mappa dell’Intolleranza dal rapporto annuale elaborato da Vox l’Osservatorio italiano dei diritti confermano che gli italiani in rete non sono mai stati così intolleranti come nel 2019.
Su un totale di 200 mila tweet analizzati, ben 150 mila sono risultati contenere messaggi d’odio. In particolare, cresce il livello di intolleranza contro i migranti, i musulmani e gli ebrei. Il quadro che emerge è quello di un paese più spaventato e incattivito spesso aizzato dalla politica e dai toni delle campagne elettorali sempre più violente.
Il diritto di critica è sacro e inviolabile, così come la libertà di opinione, ma la diffamazione, l’ingiuria, la calunnia, l’offesa e le minacce sono reati, anche se commessi online.

Secondo le promotrici di questa campagna, l’assunzione costante di odio genera dipendenza, tolleranza e assuefazione, esattamente come accade con le sostanze stupefacenti,
Dipendenza: non si riesce a vivere un solo giorno senza prendersela con qualcuno. Tolleranza: le dosi di odio devono aumentare progressivamente per garantire all’odiatore la soddisfazione iniziale e al manovratore il controllo sulla massa di odianti. Assuefazione: si sviluppa una vera e propria necessità psicofisica di ferire, trasformandosi in odiatori alla perenne ricerca famelica di un bersaglio.
Se pensi di essere vittima d’odio in rete o se vuoi avere informazioni legali sui tuoi diritti o segnalare dell’odio in rete, è disponibile il seguente indirizzo odiareticosta@gmail.com
In questo modo sarà possibile rendere i social un posto più sicuro.

Un iniziativa e presa di coscienza davvero importante, particolarmente in questa fase storica dove l’odio è profuso quotidianamente in ogni ambito della vita, odio e violenza anzi.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Grazie, penso che sia dovere di tutti segnalare le situazioni di odio e violenza, offline e anche online. Come professionista, penso che sia importante diffondere iniziative come queste.
"Mi piace""Mi piace"
Grazie| Iniziativa indispensabile
"Mi piace"Piace a 1 persona
Reblogged this on Alessandria today @ Web Media Network – Pier Carlo Lava.
"Mi piace""Mi piace"