L’intervista online su Orange Is The New Milano
È normale non aver voglia di far niente in questa quarantena? O, al contrario, farsi prendere dall’iperattività? In questa intervista spieghiamo i comportamenti più comuni di questo lockdown.
Ne parliamo in questa intervista per Orange Is The New Milano
“Alcuni si sentono in colpa per non aver voglia di fare niente o per non riuscirci: è normale?
“Va bene essere pigri, così come va bene l’iperattività. Non siamo tutti uguali e, mai come in questo periodo, dobbiamo imparare ad accettare le nostre reazioni e liberarci dai sensi di colpa. Se ci ritroviamo un po’ più pigri del solito, approfittiamone per farci qualche domanda e rivalutare lo stile di vita condotto fino a ora. Forse, un momento di pausa era proprio ciò di cui avevamo bisogno?”.
Perché ora, che siamo chiusi in casa da più di un mese, ci sentiamo più nervosi o arrabbiati?
“Molte persone si ‘nutrono’ di abitudini sociali per affrontare la quotidianità, come andare a prendere il caffè al bar, scambiare due chiacchiere con i colleghi di ufficio. Dovere rinunciare a queste piccole abitudini, per molti, è frustrante: ognuno ha una diversa resistenza al cambiamento e, soprattutto quando imposto, la rabbia e la tristezza ci spingono a essere scontrosi e insofferenti. Non solo. È importante, anche, considerare cosa rappresenta per noi la casa: per alcuni è un luogo sicuro, un’opportunità per trascorrere del tempo con se stessi e per coltivare gli affetti; purtroppo, per molti altri, la casa è, invece, un luogo di solitudine, di frustrazione o di violenza. È bene ricordarsi anche di queste situazioni per comprendere le reazioni più dure”.
Da quando siamo in lockdown c’è chi è diventato iperattivo e chi, invece, non ha voglia di fare niente. Perché?
“Quando ci troviamo ad affrontare una situazione di pericolo, facciamo ricorso a quel ‘bagaglio’ di comportamenti che abbiamo (…)” Visualizza l’intero articolo qui: Orange Is The New Milano
In tutta sincerità mi preoccupa il fatto che questo lockdown mi metta pace. Niente più frenesia, niente traffico, quasi nulla vita sociale… non capisco se sia più egoista o più sul filo della sociopatia. Mi dovrò preoccupare davvero?
Ah, in tutto ciò bell’articolo, molto interessante.
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Mai fatto tanta focaccia, pane e torte come in questo mese…Questo periodo di lockdown mi ha anche permesso di dedicare più tempo alla casa, agli hobby e al mio blog. Ciò che mi manca veramente è vedere le persone a me care. questa pandemia ci insegnerà sicuramente qualcosa e purtroppo ci lascierà addosso quella tristezza e amarezza per non aver potuto fare niente per le persone più deboli che non ce l’hanno fatta.
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Ti ho nominata per il Liebster Award Blogger. Vai sul mio post Liebster di oggi e segui le istruzioni per partedipare. Ciao. Farida
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Fare una cosa e distrarsi. Fanne un’altra e tornare a distrarsi. Se si sta in pace con se stessi si vive bene anche così (relativamente…)
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Ciao Ilaria.
Io sto imparando ad accettare entrambi gli stati d’animo e a viverli fino in fondo.
La cosa migliore è che mi sto conoscendo.
Buona serata 😊
Vicky
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Io sarò in controtendenza,ho potuto smettere di lavorare solo per un paio di settimane ma la migliore vivibilità dei luoghi, l’ assenza di ansie di dover fare sempre qualcosa,il minor casino ed inquinamento,la miglior disciplina delle persone,mi ha fatto riflettere,tralasciando ovviamente tutti i lati negativi della vicenda. Poter rallentare ed essere legittimati a fare ma meno cose.Ha troppi stimoli la società moderna che finiscono per ingabbiarci “a nostra insaputa” Saluti
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