La vita dei bambini è tutt’altro che semplice. Fin da piccoli ci scontriamo con il giudizio degli altri, con le critiche, con la competitività. E, per affrontare tutte queste pressioni, la nostra arma più efficace è l’autostima. Un’intervista per “Il Club dei Cerca-Cose“
“Quali sono le azioni per promuovere l’autostima nei nostri figli?“
“Creare una buona autostima non significa presentare una realtà distorta o elogiare continuamente ogni loro azione. I bambini sono in grado di distinguere un commento autentico da un elogio forzato e, se ripetuti troppo frequentemente, anche i complimenti più sinceri perdono valore. Certo, in caso di successo è importante premiare e condividere il momento di felicità. Ma questa strategia da sola non basta: per fare in modo che tuo figlio costruisca una buona autostima è importante dimostrargli con le tue azioni che ti fidi di lui e che lo riconosci come persona. In che modo? Ad esempio, assegnandogli delle responsabilità adeguate con la sua età e riconoscendo sinceramente il suo contributo. Quando si è in più fratelli, poi, il confronto può generare frustrazione; per questo, valorizza i contributi di ciascuno dei tuoi figli, che siano piccoli, grandi, maschi, femmine, con o senza disabilità. Concentrati sui loro punti di forza, più che sulle debolezze e sul confronto con gli altri.”

“Come comportarsi, invece, con gli insuccessi?“
“Considera il fallimento come un’opportunità! Siamo così presi a incoraggiare ed esaltare i risultati positivi, che i nostri figli potrebbero vedere l’amore genitoriale come la conseguenza delle loro prestazioni, dei loro voti scolastici, dei punti segnati in partita. Per questo dovremmo sostituire il “Bravo” con un “Ti sei divertito a farlo?” ma, sono onesta, nella vita quotidiana non è sempre così facile! Approfittiamo, allora, dei fallimenti per avere l’opportunità di riconfermare la nostra presenza e accogliere le loro emozioni, senza giudizio e senza paura di esporli alla realtà dei fatti: fingere che le cose vadano sempre nel migliore dei modi, non solo non proteggerà i bambini ma, anzi, li renderà dubbiosi sull’autenticità del vostro rapporto”.
“Quali sono gli altri errori più comuni? “
“Non esistono genitori perfetti e fare degli sbagli fa parte del gioco! Spesso gli errori che commettiamo derivano in buona parte dall’educazione che abbiamo ricevuto noi stessi come figli. Per questo è importante diventare sempre più consapevoli del nostro stile genitoriale e provare a migliorare i nostri punti di debolezza. Più in generale, è importante evitare le critiche e i giudizi di fronte agli insuccessi e, soprattutto, prestare molta attenzione al tipo di comunicazione che intendiamo stabilire. Ad esempio, possiamo provare a non usare diminutivi: quando parliamo di “compitini”, “lavoretti” o, peggio, ci rivolgiamo alle bambine dicendo che hanno un “bel caratterino”, quello che per noi è un modo affettuoso di comunicare, dai bambini è vissuto come un tentativo di sminuire l’importanza del loro mondo e delle loro azioni. E, sempre a proposito di linguaggio, evitiamo le etichette: i bambini devono poter sperimentare diversi modi di essere: se, a seguito di un atto di prepotenza subita, etichettiamo il nostro come un “bambino troppo buono”, lo carichiamo di un peso emotivo più pesante del gesto subito, spingendolo a confermare la definizione di sé, anche in altre situazioni in cui, invece, potrebbe riscattarsi da solo.
Questo vale non solo per le etichette caratteriali, ma riguarda anche tutte le volte in cui vengono trasmessi e comunicati stereotipi di genere. Non esistono giochi, libri o modi di fare da maschi o da femmine: gli studi confermano che è importante stimolare l’espressione delle emozioni nei bambini quanto nelle bambine, così come è importante favorire i giochi esplorativi e avventurosi indipendentemente dal genere. Educare i bambini secondo stereotipi di genere, limita la loro libertà di espressione, spingendoli a comportarsi di conseguenza solo per confermare le aspettative genitoriali e sociali (…)” Visualizza l’intero articolo qui: “Il Club dei Cerca-Cose“